Marocco, romanzo By Tahar Ben Jelloun

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«Un paese è ciò che noi siamo nel momento in cui lo visitiamo».

Il Marocco bisogna intuirlo, immaginarlo, fare attenzione ai particolari, è un enigma da sedurre con garbo: per affrontarlo non serve una guida da scorrere distrattamente ma un libro che ci accolga con la stessa ospitalità dei suoi abitanti.
E dato che la vita privata di un paese passa anche per l’immaginario e per le storie che ha ispirato, questo libro dovrebbe essere come un romanzo che ne contiene altri mille – alcuni fedeli alla sua anima, altri splendidamente infedeli.
Sembrerebbe un libro impossibile, eppure è esattamente quello che ha scritto Tahar Ben Jelloun: l’autore di Creatura di sabbia accompagna il lettore verso l’anima più autentica del Marocco, in un itinerario le cui tappe sono le città e i deserti, i ricordi personali e la storia ufficiale, le leggende della sua terra e le tracce lasciate dagli stranieri che l’hanno attraversata.
Si parte da Tangeri («una città abituata all’abbandono, che produce eroi stanchi») – anzi dal suo famoso Café de Paris da dove osservare i tanti viaggiatori, da Ginsberg a Burroughs, da Bowles a Barthes, che come pellegrini vi sono giunti in cerca di piaceri promiscui, di oblio o di un nuovo inizio – per poi proseguire verso Casablanca, Fes, Marrakech, fino ai sentieri meno battuti della Chaouia o a uno sperduto accampamento ai piedi dell’Atlante.
Lo sguardo partecipe e affettuoso di Ben Jelloun non ignora nemmeno le ineguaglianze che ancora feriscono il Marocco, dalla corruzione a tutte quelle cattive abitudini che «si fanno certezze agli occhi di una popolazione che le accetta rassegnata». Perché se è vero «che ci sono paesi che ci incantano e altri che ci maltrattano o che sono una pena per gli occhi e ci danno l’emicrania», è anche vero che molto dipende dalla nostra disposizione ad accogliere quello che ci viene
presentato: «L’anima non si dà, non si concede, non svela niente della sua intimità. È in noi o non è». Marocco, romanzo

“Un paese è ciò che noi siamo nel momento in cui lo visitiamo”

Più leggo Tahar Ben Jelloun, più apprezzo la sua scrittura! In questo libro lo scrittore marocchino – per lo meno sulla base di ciò che di suo ho letto finora – ha superato se stesso; la lettera conclusiva idealmente indirizzata al celebre pittore francese Eugène Delacroix meriterebbe, da sola, le cinque stelle piene!
“Marocco, un romanzo” è un lungo e appassionante viaggio nell’occidente di quell’Oriente così idealizzato dagli europei, un viaggio durante il quale Ben Jelloun accompagna il lettore alla scoperta di un paese ricco di storia e cultura, ma anche di facili stereotipi e numerose assurde contraddizioni. L’autore ci racconta anzitutto il suo Marocco, cioè quello da lui vissuto in prima persona, così come quello che affiora attraverso le storie altrui. Da Tangeri a Casablanca, da Fes a Marrakech, senza tralasciare altri luoghi meno noti, il Marocco si dispiega tra un passato e un presente che lanciano pressanti interrogativi sul futuro. S’incontrano i nomi di personaggi famosi legati a quest’angolo d’Africa, come gli statunitensi Paul Bowles e Allen Ginsberg, e quelli di artisti locali ignoti al grande pubblico.
Di grande interesse la parte relativa al culto dei santi (eppure tale culto non è ammesso dall’Islam ufficiale!), in particolare quello dei sette santi di Marrakech, di cui, a suo tempo, avevo già sentito parlare. Così come risultano molto interessanti anche le pagine dedicate alle riforme e alla figura dell’attuale sovrano Mohammed VI, molto amato dalla popolazione (e non soltanto temuto come accadeva con il padre Hassan II), il quale, “giovane” e aperto al mondo, sta realizzando molte cose positive, a partire dalle infrastrutture di cui si sta dotando il paese; tanti i passi avanti compiuti a livello economico e sociale (e persino religioso, aggiungo io, alla luce della recentissima sentenza del Consiglio superiore degli ulama’ marocchini in materia di apostasia), ma la strada da percorrere è ancora lunga, specie per combattere la corruzione drammaticamente diffusa nei gironi infernali della pubblica amministrazione. Un ottimo libro per approfondire la conoscenza del paese in questione, magari affiancandogli, avendone la possibilità, un bel viaggio in loco.

“Il Marocco non si concede, non si dà. Forse bisogna sorprenderlo nel sonno o quando è insonne, in una notte di luna piena. Il Marocco è un enigma da sedurre con garbo”. Marocco, romanzo J'aurai aimé plus de détails sur la vie des saints, le livre ne les mentionne pas tous... Marocco, romanzo Letteratura africana Marocco, romanzo

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