Il male non dimentica By Roberto Costantini

Jak dla mnie, mimo ciekawych rozwiązań, część najsłabsza pod względem budowy i sposobu narracji. Szkoda trochę potencjału i oryginalności z pierwszej części, i połowy drugiej. Może, mimo ciekawości, należało ją przeczytać po dłuższej przerwie od tej historii... 9788831711173 SANGUE E RENA



Il male non dimentica.
Ma neppure io dimentico.
I riassunti delle puntate precedenti (spiegoni) funzionano se tra la lettura di un romanzo e l’altro intercorre molto tempo – se uno invece ha letto gli altri da poco, come ho fatto io, queste parti sono noiose ripetitive ridondanti, viene voglia di saltarle.

Il fatto, poi, di affidarle a tutti i vari personaggi che si mettono a raccontare le stesse cose in prima persona (ma senza punti di vista che si contraddicono, niente effetto Rashomon purtroppo) trovo che sia un'antipatica scorciatoia (nonostante le 500 e passa pagina di questo ultimo capitolo, le duemila in totale della trilogia, ben più lunga di una quaresima), una scorrettezza narrativa, un inganno verso il lettore.



Avevo deciso di abbandonare Costantini dopo il secondo capitolo, pessimo.
Ma poi un’amica (non la stessa che per prima mi ha suggerito la lettura di Costantini) m’ha detto, guarda anch’io ho avuto la tua stessa reazione, il primo m’è piaciuto un sacco, il secondo invece per niente, però col terzo ho fatto pace con Costantini. E quindi ci sono cascato.
Però, io no, io non ho fatto pace.

Non è che ho litigato con Costantini: non è con lui che non vado d’accordo, ma con i suoi romanzi, almeno con due su tre che ho letto.
Forse piace più alle donne, chissà. Eppure il protagonista è un macho insopportabile...
Adesso, spero di non incontrare un’altra amica che mi consiglia il recente quarto romanzo, sempre con il loffio commissario Balestreri protagonista.



Nonostante l’accorta nota iniziale, non capisco la necessità artistica di alterare le geografie in modo così smaccato.
Si aumenta la sensazione di scarsa verosimiglianza.
Infatti, nella cosiddetta trilogia del male la sospensione dell'incredulità diventa un invito alla dabbenaggine, un incentivo all’ingenuità. James Bond ha trame più plausibili, la Spectre è più attendibile dei meccanismi adottati da Costantini.

Michele/Mike Balestreri è un pessimo poliziotto: il caso che più gli interessa risolvere, la morte della madre, suicidio o omicidio, gli prende 42 anni (e duemila pagine) durante i quali lui (e ahinoi lettori) si chiede ossessivamente cosa sia successo, ripercorre e ripete a mente i fatti, i tempi, le testimonianze, ma non scopre nulla finché qualcuno non gli dice come sono andate davvero le cose.
A distanza di anni, anche molti, tutti ricordano con precisione gli orari (addirittura i quarti d’ora), spostamenti, andirivieni…



Epifanie, rivelazioni, colpi di scena, agnizioni, confessioni, travestimenti… niente ci viene risparmiato in questo orribile libro.
Persone ammanettate che vengono accusate di aver sparato e ucciso e nascosto arma e guanti come se le manette non esistessero.
Lunghi appostamenti su stradine laterali eseguiti con una limousine.
Con la stessa limousine, sulle stesse stradine laterali, si seguono persone che camminano.
In due ore ci si sveglia, si ragiona, si sveglia l’amica, ci si prepara, si raggiunge Fiumicino dal centro di Roma e ci s’imbarca per la Svizzera senza aver prenotato, come se si trattasse di prendere il tram sotto casa.
All’arrivo in Svizzera, banche aperte e funzionanti con tutto il personale anche di domenica.
Gambe che diventano improvvisamente lunghissime per consentire acrobatici accoppiamenti su ringhiere sospese nel vuoto.
L’elenco delle assurdità è lungo, qui ho messo solo i primi esempi che mi vengono alla mente.
E si confondono intrecciano e mischiano con faciloneria, pressapochismo, banalità, superficialità, situazioni tirate via, assenza di documentazione, ricerca fatta parlando a cena (o colazione) con un paio di presunti esperti…



No, neanche io dimentico. Non dimenticherò quanto questo libro non mi sia piaciuto.

PS
Piuttosto inquietante il fatto che il personaggio migliore, quello con più carattere e giusto mix di personalità, senza leziosità o eccessiva malignità (vedi invece la figlia e la madre americane), sia Italia, la mamma del commissario, una fascista dura-e-pura fino alla morte, anche un quarto di secolo dopo la fine della dittatura.

9788831711173 La chiusura della “Trilogia del Male” di Costantini (dopo “Tu sei il male” e “Alle radici del male”) mi ha lasciata un po’ tiepida. Con l’acquolina in bocca, visto quanto mi sono gustata i due romanzi precedenti, mi aspettavo un bel bignè ripieno al cioccolato, e invece ho trovato una crostatina dal sapore sentito e risentito. I pregi del Costantini scrittore restano intatti. E intatta è la sua geniale analisi, cinica e spietata della nostra società, intrecciata a noti fatti storici: insomma, un contesto da grande romanzo. Dunque, cosa non va? Semplice: ho trovato il romanzo molto, anzi, troppo, simile al secondo, nella trama, nelle relazioni fra i personaggi, nell’evolversi dei fatti….tutti questi continui rimandi al passato libico di Balestrieri, il padre truffatore, il prete pedofilo, gli amici d’infanzia, insomma, mi è sembrato tutto un déjà vu, una ripetizione di quanto già letto, solo un po’ più opaco e più noioso. E, verso i tre quarti del libro, quando in genere si incomincia a tirare le fila e l’attenzione del lettore dovrebbe essere catturata a massimo, io ero già stanca. Costantini è un grande scrittore, mi auguro che, chiusa la trilogia, sappia riconquistarmi con nuove storie e nuovi personaggi: il talento non gli manca, ma forse è il caso di tirare fuori nuove idee. 9788831711173 La resa dei conti

Era dallo scorso tardo autunno che il commissario Michele Balistreri mi teneva buona compagnia. Una compagnia inquieta, troppo spesso rabbiosa e pregna di dolore. Con questo volume termino ora la lettura della “Trilogia del Male” di Roberto Costantini, la cui scrittura si è rivelata per me una gran bella scoperta, una delle migliori degli ultimi tempi. Complice l’ambientazione libica di circa mezzo secolo fa del secondo romanzo, da cui ero partita grazie a una svista fortunata, mi sono ben presto appassionata alle vicende del protagonista lungo un percorso tormentato che attraversa i decenni da Tripoli all’Italia e viceversa.
Prendendo le mosse dagli avvenimenti del 2011, poco prima della caduta del regime di Muʿammar al-Qadhdhafi (Gheddafi) di cui ci ricordiamo tutti, questo terzo romanzo ripercorre in parallelo i fatti passati narrati nel precedente Alle radici del male, sia riportandone ampi stralci sia dando voce ex novo a vari personaggi già noti che contribuiscono quindi a ricostruire quanto accaduto per arrivare infine alla verità sull’ultimo mistero che ancora attendeva sulla scogliera della piccola isola della Moneta. Un grande puzzle dove gli innumerevoli tasselli dettano anche una resa dei conti che non avrebbe potuto attendere oltre.
E così passato e presente s’intrecciano inevitabilmente svelando, in realtà, tanti retroscena alla luce dei quali non si potrà che restare stupiti. Quando pensavo che stavolta la narrazione, seppure piacevole e coinvolgente, fosse un poco al di sotto rispetto a quella degli altri due titoli, ecco che nell’ultimo centinaio di pagine si concentra una serie di colpi di scena che inducono a divorare letteralmente la parte restante del libro. La penna dell’autore è stata abilissima: la verità stava lì, davanti agli occhi di Mike/Michele, davanti alla sua antica e rovinosa rabbia, ma confusa tra bene e male. Già, perché nella sua vita, come lui stesso scoprirà dopo tanto tempo, non vi era stato solo il male; e di quello stesso male è rimasto alla fine qualcosa che al cuore dà pace e futuro. Un epilogo davvero molto bello e indimenticabile! Il capitolo conclusivo di una trilogia da non perdere!
9788831711173 Fortissima era la sensazione che questa trilogia potesse finire in vacca.
Ed è finita in vacca, non c'è dubbio.
Solo che qua, raggiunta la vacca, ci siamo presi tutta la mandria.
9788831711173

Libia, 31 agosto 1969. La madre di Mike, Italia Balistreri, precipita da una scogliera, e quella notte Muammar Gheddafi rovescia la monarchia prendendo il potere. Suicidio o delitto? Per oltre quarant’anni la risposta a quella domanda rimarrà nascosta al centro di una rete inestricabile di menzogne, tradimenti e lotte per il potere.
Roma, estate 2011. Mentre la Primavera araba scuote il Medio Oriente e la Libia precipita nella guerra civile, il feroce omicidio della giovane Melania Druc e di sua figlia fa rincontrare Michele Balistreri, ora commissario capo della Omicidi, e la giornalista Linda Nardi, cinque anni dopo la conclusione della caccia all’Uomo Invisibile. Ma l’indagine, che Linda vuole e Michele no, finirà per travolgere la parvenza di serenità conquistata da un uomo stanco di vivere, costringendolo ad affrontare un passato mai veramente sepolto. E questa finale discesa agli inferi, che lo riporterà in una Tripoli devastata dalle bombe della Nato, sarà per Balistreri l’ultima occasione per guardare finalmente negli occhi il ragazzo che era stato e una verità che ha inseguito e sfuggito per tutta la vita. Il male non dimentica

Ovviamente chi ha letto i primi due libri della trilogia, soprattutto il secondo, non può esimersi dal compulsare questo, che, però, va detto, non è certo il migliore.
Alcuni colpi di scena sono notevoli, ma il finale è troppo scoppiettante, e anche la verosimiglianza, che nei primi due volumi aveva retto abbastanza, qui sparisce.
Diciamo, per essere più precisi, a conclusione di questa trilogia che il primo libro potrebbe anche essere letto da solo perché è autoconclusivo, anche se rimane da svelare qualche dettaglio della vita personale del protagonista.
Il secondo volume è molto bello e va letto per questo motivo, ma, purtroppo, lascia molte cose in sospeso ed obbliga a leggere anche il capitolo finale.
In quest'ultimo l'autore, forse proprio perché esordiente, ha voluto esagerare. 9788831711173 Sono finalmente riuscita a finire questa trilogia, purtroppo però ho aspettato troppo tempo e alcune cose, nei mesi intercorsi tra i primi due libri e questo, me le ero scordate. Tornando al libro comunque, ho come la sensazione che l'autore abbia sacrificato la credibilità sull'altare del colpo di scena. Purtroppo quindi, all'ennesima rivelazione ero ormai convinta che il tutto si sarebbe concluso nel modo più incredibile possibile e così é stato. Peccato, avrei preferito qualcosa di diverso e di meno eclatante, ma che avesse un minimo di senso. 9788831711173 poteva essere una bella, a tratti bellissima, duologia invece Costantini ha voluto strafare. Balistreri apatico che più apatico non si può, però basta un nulla e si ributta in pista, poi i continui riassunti del passato che nel secondo libro avevano una funzione precisa qui sembrano (o sono?) il riassunto delle puntate precedenti. per quanto riguarda il finale.. a volte meno è bello, il colpo di scena, lo stravolgimento delle ipotesi, i fuochi d'artificio non sempre rendono un libro più bello. La sufficienza c'è, la trama complessivamente mi è piaciuta. 9788831711173 Sluitstuk van Costantini’s indrukwekkende ‘trilogia del male’, waarin Michele Balistreri, de rechercheur die 'het kwaad uit de hel wil trekken', zijns ondanks betrokken wordt bij een moordzaak die hem eens te meer terugvoert naar het Tripoli van 1969 en hem definitief zal confronteren met de waarheid van wat er toen gebeurde.
‘De waarheid die je niet meer wilde horen, Michele. Terwijl je had gezworen die altijd te blijven zoeken.’
Die waarheid heeft altijd twee kanten, in dit geval beide om ter zwartst, en niemand komt ongeschonden uit het verhaal. De ‘goeden’ blijken tot monsterlijke daden in staat, de ‘slechten’ tot onverwachte uitingen van trouw. Jenseits von Gut und Böse, het ‘lijfboek’ van Mike’s moeder Italia, het lijfboek van haar zoon…
‘Wie met monsters vecht moet ervoor waken dat hij daardoor zelf een monster wordt. Maar als je heel lang in een afgrond ijkt, zal de afgrond ook naar jou kijken.’
In ‘Het kwaad vergeet niet’ wordt de geschiedenis van 1969 in flarden opnieuw verteld: de staatsgreep door Khadaffi, de bloedbroederschap van Mike, Ahmed, Karim en Nico, de dood van Michele’s moeder… Er wordt veel herhaald uit de eerste twee delen, maar door korte fragmenten van het verhaal vanuit telkens andere vertelperspectieven te brengen krijgen we een caleidoscopisch beeld van ‘de waarheid’. De uiteindelijke ontknoping vergt enige toegeeflijkheid van de lezer (niet alles is even geloofwaardig), maar dat valt in het niet bij de ingenieuze vertelling van Costantini die de koloniale geschiedenis weet te vermengen met de actuele politieke toestand in Libië en met de persoonlijke tragedie van en rond Michele Balistreri én tegelijkertijd een kritische inkijk in de Italiaanse samenleving geeft.

Costantini (in een interview met Jan Stevens): ‘Een ingenieuze whodunnit kan een lezer veel intellectueel plezier verschaffen. Maar de werkelijke reden waarom ik deze trilogie van 2000 bladzijden geschreven heb, is dat ik op originele wijze een kritisch verhaal wou vertellen over Italië en de Italianen. In het openbaar zijn de meeste Italianen het oneens met wat Michele Balistreri zegt, terwijl ze diep vanbinnen net denken als hij.’
9788831711173 Quel che resta del male...
...era il titolo che avrei preferito per questo 3° capitolo conclusivo della trilogia del male costantiniana. Titolo che avrebbe messo maggiormente in risalto la conclusione positiva della storia. Il titolo scelto invece pone più l'accento sull'influenza degli avvenimenti nefasti del passato verso il presente e quindi anche verso il lato 'oscuro'di Balistreri.
Il mio parere finale è condizionato da una cosa che, magari sbagliando, ho interpretato in senso negativo: interi capitoli sono stati presi paro paro dal secondo libro e, seppur funzionali a una maggior comprensione dell'intreccio fra passato e presente per chi non si rilegge o non ricorda bene il volume precedente, mi sanno un po' troppo di escamotage per facilitarsi il compito.
9788831711173

Summary Il male non dimentica

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